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Sta bene ed ha fatto ritorno a casa il neonato sottoposto per la prima volta in Sicilia a correzione di atresia duodenale per via laparoscopica presso l’Unità Operativa di Chirurgia Pediatrica dell’ARNAS Garibaldi, diretta dal dottor Sebastiano Cacciaguerra. Il piccolo paziente aveva già una diagnosi prenatale eseguita dai ginecologi dell’ARNAS Garibaldi ed era stato già predisposto l’iter diagnostico/terapeutico da eseguire dopo la nascita; il tutto in tempi di pandemia, il personale ospedaliero deve mettere in campo numerose iniziative per proseguire nonostante l’epidemia di Covid: l’attività programmata è stata sospesa ma quella in urgenza è stata proseguita mettendo in campo tutte le strategie volte a preservare la salute dei pazienti e degli operatori. L’atresia duodenale è una malformazione congenita che consiste nell’ostruzione del duodeno, che è la prima parte dell’intestino.
Questa ostruzione, come una “diga chiusa”, determina la distensione della porzione intestinale a monte dell’atresia stessa e dello stomaco, mentre la porzione sottostante, disabitata, rimane estremamente ridotta di calibro. Individuabile già durante i primi mesi di gravidanza, riguarda 1 neonato su 4000 – 7000 nati. Il trattamento dell’atresia duodenale è chirurgico e viene effettuato nei primi giorni di vita.
La tecnica “tradizionale” prevede una incisione abbastanza estesa dell’addome, che resta come un segno indelebile per tutta la vita e che presuppone anche una manipolazione dell’intestino e tempi di ripresa piuttosto lunghi.

Schema della anastomosi duodeno-duodenale Fonte qui
Nel caso in questione l’intervento è stato eseguito utilizzando tre piccole incisioni, una da cinque millimetri vicina all’ombelico attraverso cui si fa penetrare una telecamera che “guarda” all’interno dell’addome del bimbo e due incisioni da tre millimetri al fianco destro e sinistro, praticamente invisibili a di- stanza di qualche settimana, attraverso cui far passare gli strumenti per operare.
I vantaggi della tecnica, oltre alla mancanza di residui estetici, risiedono nella esposizione molto chiara dei tessuti e delle strutture anatomiche sullo schermo video, nel rispetto dei tessuti attraverso una manipolazione molto delicata (gli strumenti sono “mini”) e mirata alle strutture su cui operare.
Tutto questo si traduce in una riduzione drastica del dolore post-operatorio e del fabbisogno di farmaci antidolorifici e in una ripresa più precoce dell’attività intestinale. Ovviamente si tratta di tecnica attuabile solo in pochi centri, che richiede un training molto accurato, specie per quanto riguarda la fase ricostruttiva del “ricongiungimento” delle due porzioni del duodeno, che si realizza mediante una sutura molto piccola e minuziosa e dei fili appena visibili a occhio nudo. Inoltre sono imprescindibili il supporto anestesiologico realizzato da professionisti superspecializzati e quello intensivistico post-operatorio a cura di neonatologi con particolare competenza in patologia chirurgica.
La Chirurgia Pediatrica dell’ARNAS Garibaldi diretta dal dottore Sebastiano Cacciaguerra è, ad oggi, la prima ad attuare il trattamento mini-invasivo dell’atresia duodenale da Bologna in giù, dopo avere realizzato, ricordiamo, per prima nel sud Italia, anche la riparazione di atresia dell’esofago e di ernia diaframmatica con tecnica mini-invasiva.
Il team OBS

I MEDICI DELLA CHIRURGIA PEDIATRICA DELL’ARNAS GARIBALDI CATANIA